ISIDE
E'
la Dea madre per eccellenza e viene spesso raffigurata nell'atto di
allattare Horus bambino che viene chiamato anche
Arpocrate.
Successivamente l'immagine di questa Dea viene assunta dai cristiani facendole incarnando le sembianze della Vergine con il
Cristo bambino.
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THOT
E'
il dio
lunare della saggezza, lo scriba e il messaggero degli Dei, il signore
dei libri e dei discorsi, delle arti, della scrittura, delle fasi
lunari e delle scienze.
Viene rappresentato come un uomo con la testa
di ibis o come un babbuino con la testa sormontata dalla Luna
Crescente. Nell'Aldilà egli scriveva il resoconto del giudizio degli
Dei a carico del defunto e assisteva alla pesatura del cuore di questo
sulla bilancia sacra di Maat.
Da un lato
della bilancia veniva posto il cuore del defunto e
sull'altro piatto una piuma tolta appunto delle ali di Maat la Dea della verità e
della
giustizia. Il cuore
del defunto non doveva mai pesare più della piuma per far si che
all'anima fosse permesso dipassare oltre.
Thot viene associato a Hermes Trismegistus.
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L’origine
della magia si perde nella notte dei tempi e
nessuno può datare con certezza quando essa abbia visto inizio.
In effetti si può però dire che la magia sia nata con l'uomo. Tra i primi a
tramandare la trattazione di rituali magici troviamo gli antichi egizi
con la loro raccolta di pratiche misteriose a noi pervenute attraverso papiri
preziosi e uno, tra tutti, il Libro dei morti. Presso questo antico ed
erudito popolo la pratica magica era ristretta alla cerchia sacerdotale
e ai faraoni, gli unici che aveno accesso ai segreti
custoditi nelle inaccessibili stanze dei templi. Le divinità
venerate dagli egizi erano numerose e multiformi, un misto di uomo e
animale, uomo e natura. Ognuna era dotata di differenti potenzialità.
La magia egizia può essere abbastanza complessa specie se si desidera
recitare le formule in lingua originale tenendo poi conto che, per
tradizione, ogni nome del Dio invocato doveva per esigenza essere
pronunciato oltre che nel giusto modo anche con il giusto ritmo per
essere da lui ascoltati ed esauditi. Le antiche divinità del Pantheon
Egiziano vivono però ancora oggi e godono di grandissima considerazione
presso gli esoterici moderni.
Molte
storie riportate nei Vangeli si ritrovano anche nel Libro di Enoch
( eliminato dalla Bibbia ) e nei testi dei monaci egiziani chiamati i
"Terapeuti". Sono molte le analogie tra la religione dell'antico
Egitto e quella cristiana e quest'ultima è assai più recente e nuova e
costruita
sulle
basi di credenze già esistenti pescate da altri testi sacri e altri
culti compresa la religione egizia. Una scopiazzatura insomma. Nella
religione cristiana si riconosce infatti il culto di Mitrha e quello
egizio tanto per fare un esempio. A trasmettere la
cultura magica egiziana, a
portarla in occidente contribuirono la scuola Pitagorica greca, che
studiava anche il significato magico dei numeri e l'Alchimia nata
appunto nelle terre d'Egitto. Il termine "alchimia"
ha origine da un attributo di Iside "la nera" o kemia, in
egiziano. L'opera
alchemica ripete il ciclo di Osiride così come è
stato tramandato a noi da Plutarco ed il cui senso è legato al ciclo di
morte e rinascita, teoria che si ritrova alla base dei cicli misterici
ed iniziatici
più antichi. Essa consiste in un lavoro di ampliamento della coscienza
che avviene attraverso una discesa ( descensus ) nel buio della materia
seguita da una successiva ascesa ( ascensus o sublimatio ) che libera
lo "spiritus mercurialis" o "quintessenza". La pratica è fondamentale
per
liberare l’uomo dalle catene della materialità per elevarne al massimo
lo
spirito potente nascosto. La trasmutazione
alchemica viene applicata anche e soprattutto allo spirito dell'uomo
per ricongiungerlo alla sua massima espressione interiore divina.
Tutto
questo meraviglioso pensiero lo dobbiamo agli antichi Egizi. Quelli che
descriviamo qui sono solo una piccola parte delle molteplici divinità
che rientrano nel Pantheon.
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SELKET
E' la Dea della magia e veniva
raffigurata sui sarcofagi con le sembianze di uno scorpione dalla testa
di donna che reca sul capo il disco solare oppure come una donna con in
testa uno scorpione.
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ANUBI
Dio delle strade e dei
cammini oltre che il Dio dei morti. Esso veniva raffigurato sia con il corpo possente di un uomo con la
testa di sciacallo o come uno sciacallo. In queste
sembianze era considerato
il guardiano delle sepolture. Anubi protegge la casa e
chi vi abita e mantiene il contatto con l'aldilà.
A lui si devono i riti della mummificazione.
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BASTET
E'
la Dea gatta di Bubastis. Alle origini essa era una divinità
solare e veniva raffigurata come
un gatto selvatico. In seguito assunse le sembianze
di gatto domestico. Il suo compito è quello di proteggere la casa e le
persone dedite alla magia. Questa divinità ci collega ai mondi sottili.
Uno dei suoi epiteti era Signora delle bende. Uno degli altri aspetti
della dea Bastet è quello della terribile e temibile Dea della guerra chiamata Sekhmet
che portava la
morte ma era anche la dea protettrice dei medici. La si descrive con il
corpo di donna e la testa di leonessa o di gatta. Sekhmet richiedeva rituali particolari
officiati soprattutto durante gli ultimi cinque giorni dell'anno che
venivano considerati altrettanto pericolosi.
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Sekhmet incarnava il
fiammeggiante Occhio di Ra. Narra il mito che Ra, adirato con gli
uomini che avevano cospirato contro di lui, la inviò sulla terra per
ucciderli ma dovette poi fermarla ubriacandola con la birra rossa,
colore del sangue, per far sopravvivere il genere umano. La dea
assetata di sangue dopo aver bevuto la birra si addormentò ed al
risveglio prese le sembianze di Hathor. Nacque in questo modo la Festa
dell'Ebbrezza celebrata nella stagione a lei dedicata quella dell'inondazione del Nilo. Molte statue della dea
sanguinaria furono erette nel tempio di Karnak, innalzate da Amenofi
III, per non inimicarsela. L'attributo di Colei che è potente era però
associato ad Hathor. Successivamente
anche Nut, la dea di Tebe, ne assorbì le caratteristiche ed i compiti atdi
a Sekhmet e ne divenne così il suo lato ancor più negativo ed
oscuro.
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Horus
Il figlio di Iside e di Osiride, il Dio falco raffigurato come Horus il
Grande, chiamato Haroeris e come Horus Bambino e il suo nome era
Arpocrate.
Spesso viene semplicemente rappresentato con un occhio,
l'onniscente occhio del Dio al quale nulla sfugge. Questo simbolo è
usato spesso negli amuleti di protezione contro malocchio e negatività.
Iside, Osiride ed Horus costituivano la Trinità egizia di padre, madre
e figlio. Il concetto è stato poi ripreso e trasformato ( osiamo dire
in modo
scorretto ), dai cristinai che non tennero conto del postulato del
Binario che vuole maschio e femmina congiunti per creare.
La Trinità cristiana è espressa solo in linea maschile.
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