Un
palazzo maledetto di
Venezia affacciato
sul Canal Grande
Frase
latina che appare sulla facciata della Cà Dario:
“Vrbis genio Ioannes
Darivs” che significa: Giovanni
Dario, in onore del genio della città. La frase ben presto venne anagrammata con
SVB
RVINA INSIDIOSA GENERO e cioè "Io
genero una insidiosa rovina".
La Cà
Dario con i motivi rotondi sulla facciata
Venezia è una delle città turistiche
Italiane più famose nel mondo.
Fu la patria di
alchimisti ed esoterici,
così misteriosa e piena di fascino con i suoi canali e adagiata
come per magia sull'acqua; magnifica al pari delle intriganti maschere
del suo
carnevale.
La
costruzione in questione invece è
famosa
per essersi guadagnata la fama oscura di abitazione
maledetta che conduce tutti i suoi proprietari, succedutisi numerosi
nel tempo, o a crack finanziari o ad una morte violenta. L'abitazione
è certo bellissima e caratteristica anche
se
pende leggermente su di un fianco a causa di un cedimento
strutturale.
Mentre
le altre abitazioni sono state edificate nel
diffusissimo stile gotico, lei è in
stile rinascimentale e anche per questo ( ma non solo per questo )
spicca decisamente
sulle altre. Alla base dell'edificio è
stata incisa la
frase latina “Vrbis genio Ioannes Darivs” che significa: Giovanni
Dario, in onore del genio della città. Ma iniziamo dal principio.
L'edificio
venne commissionato nel 1479 da Giovanni Dario ( da qui il nome Cà
Dario ) per la figlia Marietta che doveva andare in sposa a Vincenzo
Barbaro, un ricco mercante della città.
Alla
morte di Giovanni Dario la casa passò in eredità alla
famiglia Barbaro e quindi venduta ad
un commerciante armeno di pietre preziose. E' da qui che si aprono le
sciagurate danze. Marietta
la figlia di Dario si suicidò a seguito del
tracollo finanziario del marito che finì i suoi
giorni accoltellato
all'incirca come il
figlio Giacomo che perse la vita in un agguato. Questi
primi fatti indussero i veneziani ad anagrammare la frase sulla
facciata facendola diventare SVB RVINA INSIDIOSA GENERO e cioè "Io
genero una insidiosa rovina".
Ma
la carrellata nefasta non finisce certo qui con la morte violenta dei
primi proprietari, anzi, questo è solo un tristo preludio.
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Maschera che indossavano i medici
della peste.
Qui sotto un interno della Ca Dario
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Il commerciante di pietre preziose che la acquistò alla morte diAlessandro Barbaro fece anche lui bancarotta e
fu costretto a cedere il
palazzo
ad un inglese che la rivendette dopo solo 4 anni perché non aveva
denari
per eseguire i lavori di ristrutturazione.
Il proprietario successivo,
un ricco conte
ungherese, la cedette a sua volta ad un irlandese per poi passare
ancora, nel 1896,
nelle mani della contessa Isabelle Gontran de la Baume-Pluviel che
finalmente apportò i necessari restauri alla struttura. La
contessa aveva ospitato tra quelle mura un poeta francese famoso a
quei tempi che però si dovette allontanare dalla casa a causa una grave
malattia. Verso il
dopo guerra, la casa fu acquistata da un
miliardario americano che però fu letteralmente costretto a
fuggire da Venezia causa insidiose voci su una sua presunta
omosessualità e andò a rifugiarsi in Messico dove il suo amante si
suicidò. A
questo punto nessuno volle più saperne e il palazzo rimase
disabitato per lungo tempo sino a quando, il grande tenore Mario del
Monaco, non iniziò le pratiche per il suo acquisto nel
1964, pratiche che però non furono mai portate a buon fine in quanto il
tenore ebbe un grave incidente proprio quando stava per recarsi a
Venezia a firmare il contratto. L'incidente lo costrinse ad un lungo
periodo di riabilitazione e per questo motivo rinunciò all'acquisto.
Pochi
anni dopo ci provò un conte torinese ma venne ucciso nel 1970 per mano
di un marinaio croato che
era anche il suo amante. Il marinaio tentò la fuga verso
Londra ma venne assassinato prima di giungere a destinazione.
È
finita qui? Ma certo che no.
L'abitazione fu acquistata da un manager
di un gruppo rock che qui vide aggravarsi la sua dipendenza agli
stupefacenti, ( nella Ca Dario ci sono
cupe atmosfere e al suo interno si
percepiscono presenze; tutti fattori che non giovano a chi ha i
nervi
scossi ) fu arrestato per detenzione di droga
e a seguito di
tutto questo andò a picco finanziariamente. Nel
1978, tre
anni prima di morire, vendette la casa ad un uomo d'affari veneziano
che vi si stabilì con la sorella Nicoletta la quale morì quasi
subito in un incidente stradale.
Anche
l'uomo d'affari non ebbe
miglior sorte in quanto, poco dopo la morte della sorella, venne
coinvolto in un crack finanziario e persino arrestato con l'accusa di
aver picchiato una modella. E veniamo alla fine degli anni '80 quando la
dimora passò nelle mani di Raul
Gardini,
famoso finanziere salito agli onori della cronaca per una serie di
rovesci economici dopo i quali venne
anche coinvolto nello scandalo di Tangentopoli e, nel 1993, morì
suicida in
circostanze poco chiare come riportato dalla cronaca di quei
tempi. E siamo
giunti al 2002. Prima di questa data più
nessuno si era fatto
avanti. |
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Oramai la maledizione che gravava sulla Cà Dario era sulla
bocca di tutti. Ma la lista purtroppo non è ancora finita.
Il
regista Woody
Allen si interessò al palazzo ma desistette all'ultimo momento a
firmare il
contratto di acquisto. Chissà
che cosa aveva sentito o visto e comunque anche lui finì sulle pagine
dei giornali per presunta pedofilia.
Il bassista John Entwistle
invece
la comprò davvero e tra quelle mura morì di infarto. Nel
2006
la proprietà è passata presumibilmente ad una società americana per
poter eseguire alcuni restauri
e forse operava per conto di un acquirente anonimo, o
forse no. Per avere notizie più fresche dopo questa data
bisognerebbe passare davanti alle finestre della Cà Dario per vedere
se sono state riaperte o
meno. C'è chi dice che
anche solo a passargli davanti però non sia salutare e ci si sente
pervasi da un profondo
senso di angoscia. A questo
punto
viene naturale chiedersi perché la casa, se pur così bella e
desiderata, possa anche
essere oppressa
da cotanta maledizione anche
se, a
tutt'oggi dare una
risposta certa a
tale quesito sia cosa assai difficile. Sono state fatte solo delle ipotesi in merito.
Qualcuno ipotizza che
sia sorta su di un cimitero, altri su un
incrocio di energie negative, qualcuno
dice che sia influenzata dal talismano contro le negatività che si
trova sulla facciata di una casa vicina. Ma
in definitiva nessuno lo sa. È
pur vero però che le mura di una abitazione “respirano” e
“assorbono” generando positività o negatività a seconda dei
casi ed
è
anche vero che se sotto una casa passa dell'acqua e questa conduce e fa
da “porta” agli
spiriti che attraverso di essa
ritornano nel
mondo dei vivi
( a Venezia l'acqua non manca e di spiriti
irrequieti qui ve ne sono anche troppi ) quindi potrebbe essersi
scatenata una reazione a
catena apparentemente infinita
dopo il manifestarsi dei primi casi violenti. Ma certo anche
questa è soltanto una ipotesi.
In conclusione è anche possibile che la
maledizione della Ca Dario sia solo una diceria e il frutto di una
serie di sfortunate coincidenze. Tutto può essere e creare una sorta di
maledizione attorno alle mura di questa meravigliosa abitazione è assai
semplice. Le disgrazie che si sono susseguite qui dentro sono tutte
reali.
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