I FANTASMI DEL PALAZZO DI CHIARAMONTE STERI
tribunale inquisitorio e
altro palcoscenico degli orrori compiuti dalla GRANDE BESTIA
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Il
palazzo fu costruito per ordine di Manfredi di Chiaramonte nel 1320 e
successivamente fu sede dei Viceré Spagnoli, poi della Regia Dogana e
infine dal '600 al 1782 fu la sede del tribunale dell'Inquisizione dove
si organizzavano i processi per stregoneria, si procedeva agli interrogatori sotto tortura e si eseguivano le
numerose sentenze di morte. Questo fu un altro macabro palcoscenico della macchina inquisitoria. Nella
piazza antistante venivano giustiziati gli oppositori del governo e le
ombre delle tante anime che non
riescono a darsi pace per l'orrore subìto si dice che si mostrano ancora.
Oggi
è sede del rettorato dell'Università di Palermo e
al suo
interno è conservata la celeberrima Vucciria di
Renato Guttuso mentre,
tutto
ciò che potesse ricordare gli orribili trascorsi legati alle torture
inquisitorie come
le gabbie, le piattaforme dei condannati ecc, sono state eliminato durante le
opere di restauro anche se
l'edificio mantiene egualmente un
aspetto cupo e sinistro.
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Di
quel terribile periodo
restano sulle mura delle prigioni
i graffiti dei carcerati che sono una muta ma indelebile testimonianza delle sofferenze patite dai
prigionieri. Durante
il restauro della facciata sono venuti alla luce anche i
solchi lasciati dalle pesanti gabbie che venivano appese per esporre le
teste mozzate dei baroni ribelli. La
tortura era lo strumento con cui si ottenevano o
meglio si estorcevano le
confessioni dai prigionieri ed
era considerata
la prova
plena del
reato. Ma
chi non
avrebbe confessato per fermare
la mano del boia? Dopo
la tortura e
la relativa
confessione
rilasciata
per sfinimento si
veniva inesorabilmente condannati.
La pena più
diffusa era
al remo
sulle galee ma i
condannati in genere non
resistevano più di cinque anni a
quelle
dure condizioni e quindi
la pena
equivaleva
ad
una condanna a morte. Era
previsto anche l'esilio
oppure si poteva essere reclusi in in ospedale o in un convento
o peggio ancora condannati alla prigione perpetua. Ma
la
condanna più
atroce restava
ovviamente il rogo.
Il
16 marzo 1782 venne firmato il decreto di abolizione del tribunale del
Sant’Uffizio che il viceré Caracciolo eseguì solo il giorno successivo.
Dal
carcere vennero
liberati una
decina di condannati superstiti e
malconci ai quali la sorte aveva risparmiato ulteriori sofferenze. Un
anno dopo fu
deciso che
tutto l'intero
archivio
del tribunale fosse dato
alle fiamme. È stato comunque possibile ricostruire
la
storia del tribunale e dei suoi inquisiti attraverso
la
corrispondenza tenuta tra
il tribunale
palermitano e la Suprema Inquisizione con sede a Madrid,
epistole conservate presso l’Archivio nazionale spagnolo. Si parla
di 6.393 processi. . .
Il
palazzo è visitabile da martedì a domenica: dalle 10 alle 19
(ultimo ingresso alle ore 18). Chiuso lunedì e si trova in Piazza
Marina 61. Per informazioni chiamare il numero +39 091 23893788. Il
biglietto di ingresso costa euro 8 intero e ridotto 5. Le
visite hanno la durata di un'ora e mezzo
circa a meno di cmbiamenti in corsa.
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