LA
LEGGENDA DI LUCIDA MANSI
NOBILDONNA
LUCCHESE
Il
bello dei tempi passati, che ormai più non ritornano, stava anche
nel fatto che non c'erano tanti svaghi e distrazioni e quindi si
viveva molto più a contatto con la natura, i rapporti umani erano veri
e alla sera ci si riuniva tutti assieme in gruppi di giovani o
famiglie a fare “veglia”, in esterni quando era estate o davanti
al caminetto di casa quando era inverno; una sorta di genuino social.
Durante queste veglie si
socializzava, si parlava, ci si raccontava storie a volte anche “di
paura”, quelle leggende antiche del territorio che ancora vivono proprio
perché oralmente tramandate.
Una di queste storie poteva
essere quella di Lucida Mansi, contessa lucchese che aveva vissuto in
modo
dissoluto e che morì di peste nel 1649. Questo almeno lo dicono le
cronache dell'epoca ma la
leggenda, invece, riporta una versione ben diversa dei fatti.
Lucida
era molto bella, ricca, potente e dotata di grande fascino ma anche
crudele e vanitosa. Amava i balli, le feste sfarzose e
collezionare giovani amanti che poi si
divertiva ad uccidere nei modi più disparati. Aveva avuto tutto
dalla vita ma non certo la felicità, era tormentata e angosciata
dall'idea di invecchiare e di veder svanire la sua bellezza assieme al
potere e al tenore di vita libertino che tanto amava e così
fu che un giorno stipulò un patto con il demonio. Una notte il diavolo le
apparve sotto le spoglie di un giovane bellissimo e le promise 30
anni di estrema bellezza ma, trascorso questo tempo, lui sarebbe
tornato per prendersi la sua anima. Allo scadere dei 30 anni, infatti, il
diavolo comparve per pretendere ciò che era suo ma Lucida,
oramai abituata a tutto quello che aveva ottenuto dalla vita, si
rifiutò di dargli la sua anima e si inventò uno stratagemma per poter
fermare il tempo. A Lucca c'è una torre detta
“delle ore” per
l'orologio montato al suo vertice sotto la campana che batte da secoli
il tempo che scorre e lei, alla vista del diavolo,
corse verso la torre sperando di bloccare i rintocchi con la
speranza di non far scadere il suo tempo terreno.
Ma il diavolo fu
più veloce di lei e con un carro di fuoco la raggiunse e la afferrò per
portarsela via.
Il carro infuocato del diavolo
percorse
a grande velocità il perimetro delle mura della città di Lucca per
far udire a tutti le urla strazianti di Lucida. Il corpo di lei, un
guscio svuotato dell'anima, fu gettato nel laghetto dell'orto botanico
e si
dice che ancora oggi, nelle notti di luna piena, il volto di Lucida
compaia in quelle acque. C'è chi dice anche che il suo fantasma
irrequieto si aggiri ancora nelle stanze della villa dove riceveva e
poi uccideva
senza pietà i suoi amanti.
Villa Mansi è oggi aperta al
pubblico e
si trova a Segromigno in monte frazione di Capannori.
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Un
cartello nella
torre
riporta
la seguente iscrizione:
"Lucida
Mansi, la notte del 14 agosto 1623 saliva la Torre, affannata
correva a fermare la campana, che stava per batter l'ora della sua
morte ... a mezzanotte in punto
il diavolo avrebbe preso la sua
anima"
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