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Madonna di Czestchocowa
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Papa Francesco visita
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Madonna del conforto
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IL 13° SEGNO - LA GRANDE MADRE
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La Vergine di Guadalupe, le Madonne nere e la Dea Aztecha
TONANTZIN


I primi missionari cristiani scoprirono in Gallia un gruppo di Celti intenti a venerare una figura femminile nell'atto di dare alla luce un bambino, figurazioni mariane che precedevano letteralmente la nascita di Maria Madre del Cristo e i teologi coniugarono quindi e prestamente il termine "Prefigurazione della Vergine".
Ma chi era quella figura materna venerata con aspetti e nomi diversi, fin dai primordi dell'umanità? Era la Dea Madre Terra, la Grande Madre associata a Iside, a Ishtar, a Venere, a Athena, a Gea, come la si vuol chiamare ma forse Grande Madre è il termine più semplice e appropriato che la identifica. Tutte queste divinità precedono la figura di Maria ma i cristiani se ne sono ovviamente appropriati.
Molte antiche rappresentazioni della Dea Madre hanno il volto nero e da qui le rappresentazioni delle Vergini nere della cristianità espresse sottoforma di icone o statue venerate anche oggi in tantissimi santuari diffusi in occidente ad opera dei CROCIATI che le riportarono in patria dall'oriente. I luoghi di culto della Grande Madre nel nostro continente sono molteplici e si trovano quasi tutti in superficie anche se gran parte di esse un tempo erano poste originariamente nel sottosuolo o all'interno di grotte, dove la presenza delle correnti terrestri è assai più marcata. Con un'operazione nota come "sincretismo", la stessa per cui agli dèi del voodoo di Haiti sono stati associate le immagine dei Santi cattolici importate dai missionari, così la Grande Madre pagana avrebbe assunto il volto di Maria, colorato però in nero, come quello delle sue prime raffigurazioni originali della natura che si esprime nei suoi aspetti positivi come la la fertilità, l'abbondanza dei raccolti e, ovviamente, anche in quelli negativi come le tempeste, i terremoti e la carestia. Il Binario.
Le immagini delle Vergini Nere contraddistinguono i luoghi particolarmente legati alla Dea Terra, gli stessi su cui, da sempre, gli uomini costruiscono i loro edifici sacri. Vergini nere sono disseminate anche nelle chiese di tutta Europa e oltre; in Italia se ne trovano a Cagliari, Crea del Monferrato, Crotone, Loreto, Lucca, Oropa, Pescasseroli, Rivoli, Roma, San Severo, Tindari, Venezia; in Francia addirittura novantasei. Le più famose sono quelle della cattedrale gotica di Chartres, chiamate Notre-Dame-sous-Terre e Notre-Dame-du-Pilier. Si dice che alcuni individui particolarmente sensibili, avvicinandosi alle cappelle in cui sono collocate le Madonne Nere ( le cappelle della Dea Madre ), provino una sensazione di mancamento imputabile alle correnti terrestri che, in quei punti, raggiungono il massimo della loro potenza, e che percorrono la colonna vertebrale del visitatore e non di rado provocando in lui un'improvvisa "illuminazione" mistica.

vergine di guadalupe messico
Nostra Signora di Guadalupe, l'agave
e la Dea Aztecha TONANTZIN

In lingua spagnola il suo nome è Nuestra Señora de Guadalupe, nota anche e più semplicemente come Vergine di Guadalupe ed è oggetto di grande devozione anche fuori i confini del Messico e persino in Italia. L'inrteresse riservatole è paragonabile solo a quello rivolto alla Sindone, Non è una statua, non è un'icona e per molti nemmeno un dipinto ma una immagine ARCHEROPITA e cioè "non realizzata da mano umana". L'immagine non ha alcun tipo di fondo, tanto che si può guardare da parte a parte del telo. L'immagine fu esaminata da esperti per determinarne la composizione ed questi giunsero alla conclusione che era impossibile che fosse stata dipinta sulla tela e inoltre che nei tantissimi anni trascorsi dalla cosiddetta apparizione, nell'ambiente caldo e umido in cui era conservata, avrebbe dovuto deteriorarsi sino a distruggersi. Vennero quindi eseguiti degli esperimenti uno dei quali era quello di una copia eseguita sullo stesso tipo di tessuto ed esposto sull'altare del santuario ma già dopo soli otto anni di esposizione la copia si era decisamente rovinata. L'immagine originale invece è ancora sostanzialmente intatta nonostante i suoi 500 e oassa anni. Gli Aztechi dipingevano i volti in modo elementare mentre la figura in questione è invece rappresentata con la prospettiva di un volto leggermente piegato in avanti e visto di tre quarti.
Ma sono stati veramente loro crearla? I caratteri somatici della donna raffigurata sono quelli tipici di una persona di sangue misto e la Madonna del Guadalupe rappresenta un tipo di popolazione che diverrà maggioritario sono dopo alcune generazioni a partire dal suo ritrovamento. Ma questo non è l'unico mistero legato alla Signora di Guadalupe.
Il suo mantello è chiamato Tima e si tratta di due teli di Ayate ( fibra di Agave ) cuciti assieme di color verde e blu sul quale spiccano molteplici stelle. La disposizione delle stelle sul manto rispecchierebbe l'area del cielo che era possibile vedere da Città del Messico durante il Solstizio d'Inverno. In tutto 46 stelle.

L'immagine rappresenta una giovane meticcia dalla carnagione scura circondata dai raggi del sole che poggia i piedi sulla Luna.
Un nastro di color viola le cinge la vita ed è simbolo, tra gli Aztechi, di gravidanza. I raggi del sole che la circondano sono più luminosi attorno al suo ventre dove porta in gestazione il suo bimbo. Le mani unite in segno di preghiera non hanno lo stesso colore, una è bianca e l'altra è scura, chiaro riferimento alla teoria del Binario e all'unione di 2 razze differenti. I suoi occhi sono molto piccoli e solo con l'ausilio delle moderne tecniche di ingrandimento immagine è stato possibile notare che nei suoi occhi sono presenti ulteriori raffigurazioni e immagini.
Venne trovata sulla collina di TEPEYAC, la parola significa "cima della collina" nei pressi di un tempio dedicato alla Dea locale TONANTZIN che tradotto significa Nostra Cara Terra, la Dea Azteka della terra, del grano e della fertilità. Tra i suoi titoli onorifici annoveriamo: Madre del grano, i Sette Fiori e la Donna della Pietra Preziosa.
La sua pianta sacra era rappresentata con l'agave chiamata anche e a ragione l'albero delle meraviglie che oltre ad essere esteticamente molto bella con la sua forma a rosetta ha la particolarità di crescere anche sino a 20 metri. Per piantarla in giardino si deve considerare lo spazio che abbiamo a disposizione perchè possiede delle foglie carnose e dotate spesso di spine. La pianta possiede molteplici doti curative non indifferenti. E' usata per curare le malattie della pelle o le ferite ma anche per trattare i disturbi digestivi, abbassa il colesterolo, è utile nei trattamenti contro il cancro, l'epatite, il diabete, aiuta il sistema immunitario, è utile per contrastare l'osteoporosi o le malattie infettive. Se distillata prende il nome di mescal o tequila. Da lei si ricavano anche  bevande come l'aguamiel e il pulque. La pianta fa veramente onore al suo soprannome di albero delle meraviglie e anche all'associazione con una Madonna alla quale sono attribuiti numerosi miracoli.

Il tredicesimo segno
Il culto primitivo per la Grande Madre si identifica con un culto ancora più antico dedicato alla Luna, la "Dea Bianca", a sua volta simbolo celeste della fertilità. Dei riti lunari sono rimaste tracce evidenti negli ESBAT delle Streghe. In alcune tavolette magiche egizie e in altri reperti archeologici di carattere astronomico ricorre il numero tredici, i mesi lunari nel corso di un anno e questo numero è stato osteggiato dalle religioni successive al punto che ancor oggi è considerato a torto un numero malefico.
Emblematica è la vicenda di Gesù, circondato da dodici apostoli e tradito da Giuda, il tredicesimo. Secondo alcuni la luna rappresentata il simbolo di Arachne o OFIUCO, il tredicesimo segno poi cancellato dello zodiaco. Secondo Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln, autori de 'Il sacro Graal', un volume dedicato al mistero di Rennes-Le-Chateau, il culto della Dea Bianca è ancora oggi praticato segretamente; lo custodirebbero, insieme a un infinità di altri segreti, gli adepti di una società esoterica denominata "Il Priorato di Sion " anche se da molte parti viene considerato solo come il frutto di una fervida immaginazione.


LE TRE MADRI
Le Tre Madri sono tre aspetti della stessa Dea Luna. L’universo procede secondo tre dimensioni: creazione, mantenimento e distruzione - nascita, riproduzione e morte - passato, presente e futuro. Questi tre aspetti della Madre, conosciuta anche come il Grembo dell’Universo, costituiscono la Legge suprema che governa ogni essere e ogni esistenza. La Dea si manifesta nella Terra, nella Luna e nell’energia creatrice che risiede in ognuno di noi mostrando i tre aspetti in ogni cosa che ci circonda: nelle stagioni o nei periodi della vita; infanzia, nel periodo riproduttivo, nella vecchiaia. Nella tradizione vedica Durga rappresenta il combattimento ( la Vergine Guerriera ), Laksmi rappresenta l’abbondanza ( la Madre Terra ) e Sarasvati rappresenta la saggezza ( l’Antica che tutto conosce ). Non sono diverse dalle fasi Lunari chiamate dalle Streghe la Giovane Madre, la Sposa e dall’Anziana nella tradizione magica più antica.
La Dea Si manifesta nel principio femminile che genera e governa questo mondo, e lo conserva e lo distrugge in una eterna danza. La figura delle Tre Madri nella tradizione europea si ritrova in tutte le aree, dalle tre Parche romane ( Nona, Decuma e Morta ) e le tre Moire greche ( Cloto, Lachesi e Atropo ) che reggono il destino di tutti gli uomini. Oggi la comprensione del principio femminile della Dea è più difficile da cogliere e comprendere in quanto la società moderna si è sviluppata in modo da distruggerlo, tanto quanto in passato fu elevato.





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