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L'oscuro
popolo della notte è composto da strane
e orrende creature che risalgono direttamente dalle più profonde
viscere della terra e dalle nostre paure più nascoste.. loro sono li,
nell'ombra pronti a ghermirci e portarci via nel loro oscuro sepolcro
.. UNA DI QUESTE CREATURE E' SICURAMENTE.. LA MUMMIA.
Poter conservare il nostro corpo dalla corrosione del tempo è un'idea affascinante. Sapere che possono vedere come era il nostro aspetto in vita da quasi l'impressione di poter, in qualche modo, sopravvivere alla corrosione della carne dopo la morte e, sfidando il tempo, di essere sempre presenti di fronte a chi ci guarda. MA COSA POTREBBE ACCADERE SE UN CORPO COSI' CONSERVATO E ORMAI PRIVO DI ANIMA E SPIRITO RITORNASSE A MUOVERSI SULLA TERRA? I METODI DI MUMMIFICAZIONE NELL'ANTICO EGITTO Alcuni popoli del passato erano convinti che solo mantenendo intatto il corpo ci fosse poi la possibilità di raggiungere la vita ultraterrena. Nel famoso "Libro dei morti", che giunge a noi dall'antico Egitto, troviamo le invocazioni al dio Osiride per preservare il corpo e donargli l'immortalità. Tali preghiere erano associate ad azioni ben precise che si basavano soprattutto nell'asportazione degli organi dal corpo e nell'impregnare il cadavere di resine e sostanze segrete per preservarlo dall'inevitabile corrosione. I metodi di imbalsamazione erano tre. Il più costoso, riservato alle ricche famiglie dei faraoni, consisteva nell'estrarre il cervello attraverso le narici del defunto con un uncino, con una pietra tagliente si praticava un taglio lungo l'addome, si tiravano fuori gli intestini e il corpo veniva così ripulito. Quando si trattava proprio del corpo di un faraone, lo stomaco, i polmoni, il fegato e l'intestino venivano messi nei famosi vasi chiamati "Canopi" mentre il cuore veniva successivamente ricollocato al suo posto in quanto pensavano essere la sede dell'anima. Dopo di ciò il corpo veniva purgavato con vino di palme e con aromi in polvere. Il ventre veniva riempito di mirra pura tritata, di cassia e di altre sostanze e quindi ricucito. Fatto questo veniva immerso nel nitro per settanta giorni. Trascorso questo periodo veniva tolto dal nitro e una volta lavato lo avvolgevano con strisce tagliate da una tela di bisso, le bende, spalmate con gomma, usata dagli Egiziani al posto della colla. Ai parenti veniva quindi consegnato il corpo imbalsamato che veniva adagiato in una forma di legno lavorata a figura umana e dopo averlo sigillato in questo sarcofago, veniva conservato in una camera sepolcrale, posto in piedi contro il muro. Con il tempo il corpo si asciugava totalmente dai liquidi e rimpiccioliva così che i sarcofagi risultavano sempre più lunghi delle salme. Il secondo metodo era meno costoso e si procedeva utilizzando delle siringhe di olio di cedro con cui si riempiva il ventre del cadavere senza tagliare le visceri e senza procedere all'asportazione degli intestini L'olio veniva introdotto attraverso l'ano evitando che il flusso tornasse indietro. Poi si metteva il corpo nel nitro per il periodo prefissato e infine si faceva uscire dal ventre l'olio di cedro che portava via con se gli intestini e i visceri macerati. Le interiora erano state consumate dal nitro, così del cadavere rimaneva solo la pelle e le ossa. Alla fine il corpo veniva consegnato ai parenti sensa ulteriori lavorazioni. Il terzo sistema il più economico serviva per imbalsamare i poveri; si ripuliva il ventre con una purga, veniva messo sotto nitro per settanta giorni e infine consegnato. I corpi delle mogli dei notabili e le donne belle ed importanti, non venivano date subito il decesso in mano all'imbalsamatore ma si preferiva attendere tre o quattro giorni per evitare che gli imbalsamatori le violentassero. Qualche imbalsamatore era stato infatti sorpreso mentre violentava il cadavere fresco di una bella donna. I METODI NATURALI DI MUMMIFICAZIONE Anche il caldo può conservare un cadavere a condizione che serva ad eliminare l'acqua contenuta nel corpo. Un esempio è dato dalle mummie predinastiche egiziane che sepolte sotto le calde sabbie del deserto si sono conservate abbastanza bene, senza alcun intervento artificiale. Anche l'affumicamento è un metodo efficace e l'azione del fumo caldo ha dato fin dai tempi antichi ottimi risultati. Il freddo è anche un efficace metodo di conservazione e molti sono i ritrovamenti di corpi che sono giunti fino a noi quasi intatti. In particolari condizioni i corpi immersi in paludi o sepolti in terreni umidi, possono subire un simile processo naturale di conservazione chiamato "Saponificazione" che preserva il corpo dagli attacchi dei microrganismi e dei batteri evitandone la putrefazione. |
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