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Quoddam
ubique, quoddam semper, quoddam
ad omnibus creditum
est ...
Quello
che si vede non esiste, quello
che non si vede è la
verità ...
SUSPIRIA DE
PROFUNDIS -
I sospiri dal profondo
Il
libro Suspiria
de profundis ( i sospiri dal profondo ) è un romanzo scritto a tinte
forti da Thomas de Quincey nel 1845. Da questo romanzo,
poi, il
regista Dario Argento,
ha tratto copiosa ispirazione per il suo racconto horror
cinematografico articolato
in tre pellicole intitolate:
Suspiria (1977) Inferno (1980)
e La terza madre (2007). Questi
film sono un po datati ma, per chi non li avesse visti ai loro tempi
o non avesse letto il libro del de Quincey,
ne consigliamo vivamente la lettura o
la ricerca dei DVD.
La
storia Suspiria
de profundis del de
Quincey si
basa sullaimpersonificazione del
dolore e della
disperazione, il dolore quello profondo che porta l'uomo alle più
estreme conseguenze.
Non vi è nulla di più terribile che "covare il nemico" all'interno
della nostra anima.
I motivi che
scatenano questo alienato e alienante
stato di disperazione sono molteplici e conducono spesso alla
disgregazione di un essere, alla pazzia e alla morte. Le Tre madri del
de Quincey non sono altro che la rappresentazione di uno stato che si
fa manifesto incarnato in tre figure femminili angoscianti. Come è "nato" questo racconto nella mente dell'autore?
Si racconta che Thomas
de Quincey scrisse
il suo libro dopo aver visitato il
palazzo dei
conti
Imbonati che si trovava un
tempo
in Piazza San Fedele a Milano.
Oggi
il palazzo non esiste più ma si
era guadagnato la fama sinistra di
essere una dimora maledetta e infestata da numerosi
fantasmi. Costruito
nel '500 e
nel '600
fu quasi distrutto da un incendio. Nel
1743 venne
restaurato
dal conte Giuseppe Maria Imbonati che vi
abitò e ne fece
anche
la sede dell'Accademia dei Trasformati, un
gruppo di letterati e poeti.
I poeti
Giuseppe Parini e
Carl'Antonio Tanzi, membri
dell'Accademia, furono
i primi a far
girare la voce su
fenomeni strani
( rumori, sospiri, bagliori e luci che si spegnevano da sole ) che
si verificavano durante le
riunioni. Si
diceva anche che qualcuno avesse visto tra quelle stanze il fantasma
di una giovane che, così riporta
la leggenda,
aveva maledetto la famiglia e la dimora stessa prima
di morire murata
viva per aver rifiutato il velo.
Nel
1870 Palazzo Imbonati venne demolito per far posto al Teatro Sociale
che
poi assunse il nome di teatro
Manzoni e che a
sua volta ( effetto della maledizione? ) fu raso
al suolo dalle bombe alleate durante
la seconda guerra mondiale. Al suo posto adesso si trova una banca che,
se
vogliamo dirla con “spirito” ed
ironia, anche questo lo
si può definire un
edificio “terribile” tanto
che, da
quando è sorta la
banca,
i fantasmi li
non si sono presentati più. Forse anche i fantasmi adesso preferiscono
starsene a
distanza da
quel luogo ...
Altra
curiosità legata al luogo maledetto. Il Manzoni, al
quale fu dedicato il teatro, morì
a seguito di una caduta avvenuta il
22 maggio 1873 sugli scalini dalla chiesa di San Fedele che
si trova proprio
davanti al
luogo dove si ergeva palazzo Imbonati Era veramente un luogo maledetto
e senza pace. Ma
la
maggiore ispirazione per il suo libro, l'autore
di Suspiria
de profundis, la
trovò in
un sogno che fece quando si trovava ad Oxford.
Nel sogno egli vide la
dea Latina
Levana che
gli mostrava tre donne, le cosiddette Tre Madri o le Nostre Signore
del Dolore dai
rispettivi nomi: Mater Lacrimarum ( nostra signora delle lacrime “...
che notte e
giorno delira e geme, invocando volti scomparsi” ) Mater
Suspiriorum ( Nostra Signora dei Sospiri “… dagli
occhi pieni
di sogni morenti e relitti di estasi dimenticate” ) e Mater
Tenebrarum ( Nostra Signora delle Tenebre “ ... la personificazione
dell'omicidio, della pazzia e
della Morte” )
".
.Ma
la terza sorella, che è anche la più giovane. Ssst!
Abbassiamo
la voce quando parliamo di lei. Il
suo regno non è grande,
altrimenti non vi sarebbe più vita; ma dentro quel regno il suo
potere è assoluto. Il suo capo, coronato di torri come quello di
Cibele, si erge fin quasi a celarsi allo sguardo. Non si china mai; e
i suoi occhi sollevandosi così in alto potrebbero esser nascosti
dalla distanza. Ma, quali essi sono, non possono essere nascosti;
attraverso il triplice velo di crespo che ella porta, la fiera luce
di un'ardente sofferenza, che mai non ha posa al mattutino o ai
vespri, al mezzodì o alla mezzanotte, alla marea crescente o alla
marea calante, può esser veduta da terra. Ella sfida Iddio. Ella è
anche la madre delle follie; l'ispiratrice dei suicidi.
Molto si
affondano le radici del suo potere; ma ristretto è il numero di
coloro su cui domina. Poiché ella può avvicinare solo coloro in cui
una natura profonda è stata sconvolta da un'intima convulsione;
coloro in cui il cuore trema e il cervello vacilla sotto i colpi
combinati di tempeste interne ed esterne. Madonna si muove con passi
incerti, rapidi o lenti, ma sempre con tragica grazia. Nostra Signora
dei Sospiri si trascina timida e furtiva. Ma questa più giovane
sorella si muove con moti imprevedibili, a scatti e con salti da
tigre. Non porta chiavi; poiché sebbene venga di rado fra gli uomini
apre a forza tutte le porte che le è permesso di varcare. Il suo
nome è Mater Tenebrarum, Nostra Signora delle Tenebre. " |
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