fantasmi










Il Castello di Lari, dei Vicari
e vecchio carcere

Cosa è possibile visitare del Castello:
La sala del tribunale
La sala dei tormenti
La cappella del cortile interno
I sotterranei detti dell'inferno
Il carcere

Associazione culturale "Il Castello"
Piazza del Castello, 1 - 56035 LARI (PI)
tel: 0587 684126 fax: 0587 684384

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L CASTELLO DI LARI, LA SUA STORIA
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LA STORIA DI GOSTANZA DA LIBBIANO
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Procedendo a ritroso nella memoria, scopriamo che un documento storico datato 732 D.C., attesta già dell'esistenza di un castello a Lari, su quella collina dove si trova oggi l'attuale costruzione sede dei Vicari e si trattava, con molta probabilità, di una semplice torre in legno cinta da delle palizzate.
Si deve alla nobile famiglia degli Upezzinghi, ribelle alla Repubblica di Pisa che qui si fortifica nel 1200, la costruzione vera e propria del castello non dissimile a quella attuale anche se naturalmente oggi è riveduta, restaurata e corretta a causa dello scorrere dei secoli. Il castello fu conteso tra Pisa, che ne riprende possesso e la trasforma in Capitanato del Comune, e Firenze ( Pisa e Firenze eterni rivali ) che la sottomette successivamente nel 1400 al suo dominio trasformandola in Vicariato. In questa sede veniva amministrata la cosiddetta giustizia del territorio oltre che la riscossione delle pesantissime tasse. Pisa tenta di riconnetterla di nuovo nel suo territorio ma le truppe fiorentine, capitanate da Pier Capponi, a seguito di scontri e sanguinose battaglie, conquistano definitivamente Lari, potenziandone il sistema difensivo. Il castello diviene quindi la dimora stabile dei Vicari nonchè sede del tribunale, della nuova sala delle torture dove venivano svolti gli "interrogati" ai detenuti, e della sala dove questi venivano giustiziati qualora fossero stati giudicati colpevoli dalla giuria esaminatrice e delle anguste e tetre prigioni. Nel 1530 viene affrescata la "sala dei tormenti", così veniva chiamata la sala delle torture, e nel 1700 vengono ampliate le prigioni.
Nel 1848 vengono soppressi i Vicariati e viene istituita la Pretura. Solo in tempi relativamente recenti dato che siamo nel 1934, il carcere viene chiuso e cessa le sue attività.
Nel 1970 viene soppressa anche la Pretura ed il castello viene destinato ad abitazione privata sino al 1990.
Nel 1991 inizia l'opera di recupero del castello da parte del il Comune di Lari, l'attuale proprietario e attiva in quella data il servizio di visite guidate affiancato da un gruppo di giovani volontari. E' grazie a loro, alle parole dei giovani che fanno da guida in quelle antiche stanze, che ogni giorno rinascono le vicende che si sono svolte al castello e ci introducono verso quei tempi bui e tormentati; rendendoci partecipi e muti spettatori degli stati d'animo di chi, li dentro, ha sofferto e vissuto i momenti orribili della sua esistenza. Ci si immedesima con i detenuti rinchiusi negli umidi sotterranei o in quelle anguste e frede celle dove scontavano le loro pene, si rabbrividisce osservando i ferri che dovevano essere terribili in mano ai torturatori e si è presi da una indescrivibile sensazione di smarrimento di fronte al tavolo del giudice o al ceppo del boia che attuava lea sentenze...
E' un luogo da vedere per non cancellare mai dalla nostra memoria gli orrori che qui sono stati commessi e dei quali sono stati capaci gli uomini contro altri uomini, per mano sia della cosiddetta giustizia che della chiesa cattolica. Sulla facciata in pietra che da sul cortile interno, sono messi in bella mostra i 92 stemmi lasciati dai Vicari che ogni sei mesi si avvicendavano nell'amministrazione della giustizia in qualità di rappresentanti del Governo. Gli stemmi sono scolpiti nella pietra ad ornamento del muro esterno del carcere. Seguendo la guida, che ci introduce nelle stanze del castello, notiamo anche gli affreschi dell'epoca e pochi mobili originali. Le prime sale che si visitano sono quella del tribunale dove, fra gli altri, fu processata una donna, Gostanza da Libbiano, accusata di stregoneria e la stanza della cassaforte, dove l'addetto del governo, stabiliva e incassava i tributi.
Si prosegue poi verso la sala dei tormenti dove i detenuti venivano condotti per essere torturati o giustiziati. Vicino alla sala dei tormeni si trovano le celle del carcere, anch'esse luogo di tormento per chi avesse avuto la sfortuna di trovarvisi prigioniero.
Qui i detenuti venivano incatenati e avevano a disposizione un tavolaccio di legno sul quale stendersi e un po di luce che a malapena filtrava attraverso le inferiate delle finestre posizionate in alto verso il soffitto. Alcune celle avevano delle fosse scavate nel muro con al suo interno un recipiente che serviva a raccogliere i loro bisogni corporali. Altre celle, invece, avevano un'unica latrina in comune. Ma erano le celle dei sotterranei a rasentare l'orrore più puro. Qui finivano i detenuti peggiori, al buio e al freddo di quelle stanzette ricavate nella roccia che erano poi delle vere e proprie nicchie scavate nella pietra fredda e umida e che si allagavano ogni qual volta cadeva la pioggia. Le condizioni in cui vivevano i prigionieri erano veramente inumane e sconfortanti.
C'era poi una cella, che anche se non si trovava nel sotterraneo, era comunque, per terribile analogia, simile a quelle ricavate nel sottosuolo.
Il povero detenuto era costretto a restarsene al buio ( la finestra alta e con le doppie inferiate era sempre tenuta chiusa da pesanti scuri in legno ) e due grosse catene assicurate alla parete gli stringevano le caviglie.
Ai detenuti non venivano però, come consolazione, risparmiate le funzioni religiose. Essi potevano assistervi attraverso 10 cellette ricavate su di un lato della cappella che si trova nel cortile interno del Castello. Unico svago al tormento giornaliero, Quando venne costruita la cappella nel cortile essa sostituì in modo permanente l'altra preesistente all'interno del castello, ancora visitabile ma quasi irriconoscibile come cappella. Si può ancora vedere un affresco nel muro tagliato in due dalle scale sovrastanti.

castello di lari
castello di lari
castello di lari
castello dei vicari a lari pisa
strumenti di tortura


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