Nel
Pantheon delle divinità della
Roma antica sono presenti, in numero assai maggiore, le entità
che avevano sembianze femminili e tra queste spiccava certamente Cerere-Demetra,
la Dea delle messi, del raccolto, della fecondità, ma anche dei terremoti e del
regno dei morti. Cerere
era chiamata appunto MATER LAVARUM, la madre degli spettri. A lei erano dedicati templi in pietra e celebrazioni come ad esempio il
Mundus Cereris, che possedeva messaggi profondi
legati agli attributi stessi della Dea che consistevano nella
fertilità, sia umana che della terra, della morte e della conseguente rinascita.
Nel santuario della Dea Cerere c'era una
grande fossa o un ampio e profondo pozzo con forma circolare che
ricordava sia la volta celeste e l'universo che una sorta di grande
utero rovesciato. La
fossa restava sempre chiusa e veniva aperta solo in alcuni
momenti dell'anno durante i quali si svolgevano i festeggiamenti e i riti del
mundus patet, l'apertura del varco che metteva in comunicazione il
mondo dei vivi con quello dei morti. Tutto questo si compiva il 24
Agosto, il 5 Ottobre e l'8 Novembre. Il
termine Mundus indica l'atto di mondare, di purificare e i riti
purificatori venivano eseguiti allo scopo di rigenerare cose
e persone al
pari di una
iniziazione che precedeva sempre
l'inizio di una nuova vita e di una nuova stagione.
Il
tutto era legato alla rinascita sia umana che della terra preparata alla una nuova semina e quindi ad un
nuovo raccolto stagionale.
Ogni frutto della terra era un dono che Cerere faceva agli
uomini dato che
lei stessa aveva insegnato all'Umanità come si coltivava la terra per trarne
sostentamento. Con
mundus
patent si indicava che il varco era aperto e le anime dei morti
potevano tornare nella terra dei vivi, la stessa che era appartenuta
anche a loro, per
aggirarsi nuovamente e liberamente
nelle città.
Cerere era chiamata anche La nera in riferimento
al lutto per la perdita della figlia Proserpina, rapita dal Dio degli
inferi. Le due donne avevano l'opportunità di ricongiungersi una volta
all'anno e per conseguenza quando le due donne erano lontane sopraggiungeva l'inverno
sulla terra e quando invece si ricongiungevano veniva fatta gran festa e sulla
terra ritornava l'estate. Tutta una metafora gentile per indicare l'alternarsi
delle stagioni il concetto che si trova alla base dei Misteri di Eleusi.
( vedi I RITI INIZIATICI DELL'ANTICA ELEUSI )
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