Le vere origini del Nano da giardino l'evoluzione moderna dei Numi Tutelari |
Per capire chi si nasconde dietro l'immagine del nano da giardino dobbiamo andare molto indietro nel tempo fino alle sponde del Nilo nell'antico Egitto dei Faraoni dove troviamo il suo antenato più famoso, più vistoso e forse meno "carino" nelle fattezze fisiche ma comunque sempre assai interessante e fondamentalmente buono. Stiamo parlando del Dio Egizio Bes, ( vedi descrizione e immagine qui a lato ) un demone e un Nume Tutelare capace con la sua sola presenza di cacciare il male e propiziare la positività. Era considerato un grande protettore delle abitazioni e dei luoghi dove si trovava oltre che un simbolo di potenza anche sessuale e di fecondità. Bes incarna le energie buone della natura e della terra che sono un sinonimo di abbondanza riferita in particolarmodo ai raccolti. Con il tempo le sue fattezze fisiche si sono ingentilite e fuse in quelle più moderne e carine dello gnomo da giardino che ne conserva però tutte le caratteristiche, le stesse funzioni e originarie di un forte guardiano. Gli gnomi, dice la tradizione, sono legati all'elemento terra e montano la guardia alle miniere sotterranee da loro stessi scavate per ricavarne tesori e pietre preziose dal valore inestimabile. Gli Gnomi incarnano le forze occulte, l'Elemento Terra in senso materiale ma non dispregiaivo del termine e sanno sempre dove si trovano e si nascondono tesori e giacimenti che nascono direttamente nel sottosuolo, figli di una terra ricca e benevola, tesori che da sempre loro difendono con grande tenacia per far si che non possano ricadere in mani unicamente avide e grette. Per esorcizzare gli influssi malefici di questi esseri a volte considerati ambigui in passato se ne fecero delle statuette in gesso che ebbero da subito un grande successo anche a livello commerciale ed estetico e vennero trasformati in elementi di arredo e sotto queste sembianze colonizzarono i giardini di tutto il mondo. La prima apparizione del nano da giardino "moderno" risale alla fine del 1400 per approdare anche nel famoso e Italiano giardino di Boboli a Firenze. Questi Numi Tutelari venivano fortemente venerati dai Romani con il nome di "Lari Familiari" protettori delle famiglie e delle case. Ad Essi erano dedicati i festeggiamenti dei giorni del Solstizio d'Inverno collocati all'interno dei Saturnalia, i giorni dove si onorava il Sole Bambino che risorge quando simbolicamente le giornate iniziano ad allungarsi, le stesse cerimonie che oggi si sono confuse e fuse con le festività Natalizie cristiane dove si esalta la nascita del cristo che, se è nato, è venuto al mondo in un altro periodo ma per scalzare le precedenti e sentite ricorrenze la chiesa pensò bene di insinuarsi e farle sue. Era usanza ( ma all'insaputa di quelli ne perpetuano la tradizione "camuffata" è un'usanza ancora oggi viva e attuale ) disporre le statuette dei Lari all'interno di un circolo di siepi ed è da qui che deriva il termine “presepio” ( prae-saepere ) che indica infatti “circondare con una siepe”. Nulla a che vedere con la capannuccia del presepe cristiano che qualcuno monta ancora a Natale... Il termine presepe fu solo preso in prestito dai cristiani inserendolo come un simbolo delle loro celebrazioni ma le origini di questa usanza sono assai più remote, slegate dalla cristianità e pensate in origine per onorare i protettori delle case e delle famiglie. Nel presepio si celebrano quindi i Numi Tutelari, o Lari, e non certo il bambinello ... In latino Lari significa "focolare" e quale miglior nome per indicare tutti gli spiriti che lo proteggono e che quindi proteggono anche la casa e la famiglia che vi abita. In epoca romana i Lari erano associati anche agli spiriti degli antenati defunti. Sicuramente adesso guarderete questi Nanetti nel giardino con occhi totalmente diversi, riconoscendo in essi la presenza del Dio Bes e dei Lari, i guardiani del focolare camuffati da nanetti simpaticoni. Tutto sommato il nano del giardino non ci spaventa neanche un po anche se visto sotto il suo reale e originario aspetto che non è affatto quello dell'ingenuo gnomino che rallegra i giardini con la sua immobile e colorata presenza paffuta e spesso sorridente. |
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