L'Albero
della Vita e la porta LVCIS
Così in alto così in basso - Ermete Trismegisto L"'Albero
della Vita", chi
studia la Cabala lo sa, è detto anche “la
scala di Giacobbe" ( Genesi XXVIII, come si legge anche all'inizio
Bethleux ), la cui
base poggia
sulla terra e la sua cima tocca il Cielo. Lungo di essa gli Angeli,
cioè le molteplici forme viventi che
animano la Creazione, salgono e scendono in continuazione.
Lungo di
essa sale e scende anche la consapevolezza degli esseri umani, le
preghiere e i pensieri di tutti coloro che cercano Dio,
non un Dio terreno di qualsiasi religione umana creata dall'uomo
riflesso imperfetto della verità ma
bensì il Vero Dio Primordiale, la Forza Primigenia dalla quale tutto
ebbe
origine e che resta in noi sino a che abbiamo vita terrena ma anche
oltre e che risiede in tutto l'Universo e in ogni essere che vive
vicendevolmente legato.
Creare uno squilibrio a solo uno di questi
segmenti significa creare uno squilibrio "al tutto" E OGGI BEN CE NE
REANDIAMO CONTO. La grettezza umana ( per non dire di più ) sta
portando il nostro mondo in rovina.
La
Cinquantesima Porta della Conoscenza è detta "la
Porta del Signore, "attraverso la
quale vengono i giusti".
Questi
concetti vengono qui appena accennati affinché
ognuno di noi possa approfondirli, capirli, non con
l'intelletto ma bensì con il cuore. |
|
PACHAMAMA LA MADRE
TERRA E L'ALBERO DELLA VITA
In
lingua Quechua il termine Pachamama significa “Madre
Spazio Tempo” o "Madre Universo", o ancora Madre
della
Terra. È
la divinità venerata dai popoli dell'altopiano Andino che vedono in
lei la Dea della Terra, dell'agricoltura e della fertilità. Non
è molto diversa dalla Dea Madre della nostra cultura. La stessa
figura la si ritrova in ogni parte del mondo sotto sembianze
diverse e sotto un diverso nome a seconda della cultura e della
civiltà dominante. Cambiano i modi per esprimere un concetto ma il
succo resta sempre eguale per tutti i
popoli umani. Anche
Pachamama come la nostra Latona ( vedi il capito che
Bethelux le ha
dedicato) attraverso l'unione con il Dio del Cielo ebbe due gemelli, un
maschio e una femmina che sono la rappresentazione figurata dell'equilibrio del
Binario, Sole e Luna. Pachamama restò
vedova e sola con i suoi figli e sulla terra regnò l'oscurità sino
a quando non riuscirono a scorgere una luce che Ella volle seguire
superando luoghi impervi, combattendo i mostri che le ostacolavano il
viaggio.
Questi non furono i soli pericoli che dovette
affrontare per giungere alla Luce. Incontrò anche un uomo
chiamato Wakon che divorò il corpo di Pachamama. L'uccello che
annunciava l'alba disse ai due gemelli che cosa era successo alla
madre e con uno stratagemma i due riuscirono a sfuggire a quell'uomo e ad un
eguale destino andandosi poi a nascondere nella tana di una volpe. Wakon
inseguì i due bambini sino
alla cima di una montagna dove per fortuna cadde in un burrone
causando anche un violento e distruttivo terremoto. Il padre dei
gemelli, dal cielo, vide il tormento dei figli e giunse in
soccorso
trasformandoli nel Sole e nella Luna così come li conosciamo oggi.
In questo racconto si riconosce la
metafora del cammino iniziatico che ogni uomo, nato
dalla terra e dalla materia, deve intraprendere ed affrontare per comprendere quale
sia il suo vero
posto nella vita, distaccandosi da essa quanto basta per giungere in
fine ad una
nuova consapevolezza di sé dato che l'Uomo è al contempo
carne e Luce Divina. L'uomo è ignaro di cosa sarà composto il suo percorso
evolutivo e individuale, è come il viaggio di Pachamama
verso la luce e i mostri che le appaiono lungo la via
sono la rappresentazione degli ostacoli e delle paure da affrontare
procedendo verso l'illuminazione finale, il ritorno tra le Braccia della forza Primigenia. Tutte le difficoltà
che affrontiamo in vita altro non sono che delle prove e degli esami da superare prima di giungere al meraviglioso
traguardo.
Pachamama
è raffigurata con le cime dei monti, che sono i suoi seni dai quali
sgorgano i fiumi che rappresentano il suo latte di vita e con i campi
che rappresentano il suo fertile grembo. Pachamama
è quindi la dea della fertilità e dell'agricoltura, che sfama i
suoi figli ma che può anche diventare crudele producendo ad esempio i terremoti
e le inondazioni che servono a far capire agli uomini che devono sempre amarla ed
onorarla e mai mortificarla ( come purtroppo avviene oggi ) affinché la
vita possa continuare a
rigenerarsi.
Dipendiamo da Lei e dimenticarla significa la morte. Il culto delle Dee Madri ci parla di una
spiritualità che risiede in ogni cosa e anche, quindi, del concetto che
tutto è
divino e sacro proprio perché ogni cosa vivente, visibile o invisibile, trova la sua origine dalla
comune scintilla che dona la vita.
Un
tempo molti popoli seguivano
questa dottrina, vivendo in comunione perfetta con la natura ma poi,
con
l'avvento di una nuova concezione patriarcale della spiritualità,
tali concetti sono stati accantonati anche se per fortuna non del
tutto, speriamo. I valori
di rispetto verso la
natura, gli animali e l'uomo sopravvivono nelle antiche dottrine che le
Streghe continuano a portare avanti ininterrottamente, un "lavoro"o
lavoro vecchio di
secoli che mira alla ricerca di una nuova e fruttifera armoniosa unione
con tutto ciò che ci circonda. La
madre Terra ci da la vita, ci nutre e poi un giorno ci "mangerà"
per
poter riciclare gli elementi vitali del nostro corpo in altra nuova
vita.
|
|