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C’erano tanti quadri ben messi ma non si capiva l’immagine che
raffiguravano, riuscii a capire che una immagine sembrava un
maresciallo con dei lunghi baffi neri ed un cappello sulla testa,
ormai era deciso non avrei mai avuto l’occasione di vedere la foto
della piccola Mel, me ne stavo per andare quando una ventata d’aria
fredda mi andò in contro facendomi venire i brividi, controllai
all’interno della
stanza per l’ultima volta quando vidi un lumicino accendersi nel fondo
della stanza, la piccola luce oscillava sospesa nell’aria avvicinandosi
sempre di più a me, la luce era una piccola candela rossa che viene
usata nei cimiteri ,era mezza sciolta e aveva una piccola immagine di
un santo, vicino alla candela non vidi nulla. Ero piuttosto spaventato
ma feci resistenza ,la candelina si era
avvicinata a me ,all’improvviso sentii un sospiro sopra la mia testa,
alzai lo sguardo al soffitto, il lumicino scomparve improvvisamente
tenendomi al buio… vidi davanti a me un quadro mal ridotto con
l’immagine di Mel che mi fissava il suo sguardo sembrava serio e
portava un fiocchetto rosso, il quadro stava immobile e dietro di lei
c’erano due o tre persone ,erano mingherline e mal ridotte capii che
erano morti. Improvvisamente il quadro cadde per terra rompendosi in
mille pezzi ed io corsi verso la mia stanza in preda al panico.
Parte 2
Dopo
l’accaduto spiegai tutto al mio
compagno di stanza che sorrideva
coprendosi il viso, sapevo che non ci avrebbe creduto ,mi misi a letto,
fuori pioveva a dirotto ed ironia della sorte il mio letto era davanti
alla finestra e mettendo la mano sotto il cuscino trovai un fiocchetto
rosso ,simbolo della presenza di Mel. Io pensavo che fosse uno scherzo
per far spaventare dei tredicenni ,invece proprio in quella stessa
notte
sognai Mel che mi veniva in contro prendendomi il fiocchetto rosso
dalle mani e facendo un sorriso se ne andò per poi scomparire nel
nulla.
Mi svegliai di soprassalto il fiocchetto rosso che avevo in mano
non
c’era più,passata circa un’ora sentii degli strani rumori di catene.
Pian piano si svegliarono tutti i miei compagni di stanza,uscimmo dalla
camera per vedere anche altra gente era uscita fuori dalla propria
stanza ,con nostro stupore vedemmo la botola della soffitta aprendosi e
subito dopo chiudersi, sentivamo il rimbalzo di una palla e delle
catene che strisciavano sul suolo ed un continuo ticchettio d’acqua ed
una fragile vocina canticchiare una melodia dal tono triste. Marco il mio compagno di stanza era bianco dalla paura ,io avevo le
gambe molli ,alcune bambine si misero a piangere.
I miei occhi caddero
sulle scale che portavano alla soffitta e stavo già per fare il primo
passo quando vidi una scritta insanguinata: 25-06-1989, fatemi morire.
Quella data corrispondeva al giorno della mia nascita mi bloccai di
colpo, poi si senti un
improvviso pianto da sopra la soffitta ,dopodiché silenzio, entrarono
tutti nelle proprie stanze mentre mi riaddormentavo sentii prendere in
giro Mel dalla stanza a fianco,erano i nostri amici che si erano divisi
in una seconda stanza. La pioggia cessò, lasciando un silenzio tombale
forse anche troppo silenzio … dopo due minuti circa si alzò una fitta
nebbia, i ragazzi della stanza a fianco smisero di prendere in giro Mel
sicuramente si erano addormentati. Il giorno dopo dovevamo andare via
da quell’albergo i ragazzi della stanza a fianco non si fecero sentire,
perché erano scomparsi o meglio solo coloro che avevano preso in giro
Mel, i ragazzi vennero trovati impiccati in un alberello in mezzo al
bosco,uno di nome Roberto che aveva abitudine di prendere in giro
chiunque incontrava davanti a se, persino me che gli ero amico, non
venne più ritrovato … io naturalmente me ne andai via insieme ai miei
genitori, i miei genitori fecero fatica a crederci.
Durante il ritorno a casa aprii lo
zaino con all’interno i miei bagagli, volevo controllare che fosse
tutto a posto e che non avevo dimenticato nulla, perlustrai l’interno e
con mio stupore vidi la
testa mozzata di Roberto urlai ma dalla mia bocca non usci alcun suono
ero inpreda al panico, mi macchiai le mani di sangue e nei suoi capelli
era appoggiato un fiocchetto rosso.
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