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Canon Episcopi

Il Canon Episcopi era una breve istruzione data ai vescovi sull’atteggiamento da assumere nei confronti della strega della “Società di Diana”, ed è stato il punto di riferimento e forse di avvio della vasta letteratura demonologica che ha preceduto e accompagnato la “Caccia alle Streghe”. Il documento canonico pur demonizzando la superstizione di sapore pagano che faceva sì che alcune donne volassero nella notte al seguito di Diana, esprime scetticismo sulla reale possibilità di tale avvenimento. E’ una fonte importante, ufficialmente riconosciuta come la più antica per storia delle streghe e del loro volo notturno, cui la Chiesa conferì prestigio e autorità. Per tutto il Medioevo il Canon Episcopi fu attribuito al concilio di Ancira del 314, quando, invece, trattasi di un testo più tardo, probabilmente inserito in alcun testi Carolingi nel’ 867 (tra i frammenti dei capitolari di Ludovico II.
La dea Diana occupa un posto privilegiato all’interno delle superstizioni medievali, bandite dalla Chiesa e assimilate alla magia e all’astrologia.

canon episcopi
Nel mondo pagano, infatti, Diana era la dea delle nascite e della fertilità, venerata originariamente nel bosco di Nemi a lei sacro, e in seguito considerata protettrice della Luna, astro legato alla donna per la ciclicità in cui si manifesta, essa amava la notte ed incarnava, nello stesso tempo, una delle forme della triplice Ecate, la dea della magia adorata con riti misterici, atti soprattutto ad eccitare l’immaginazione. Ecate, onorata da Efeso con danze di donne, incarnava gli spettri e i fantasmi della terra, ma amava soprattutto apparire di notte insieme alla schiera delle sue seguaci, anime senza sepoltura o morte anzitempo, in cerca di pace. La Diana italica, fusasi con Ecate, sopravvive nel mondo cristianizzato del Medioevo, come attestano, oltre al Canon, fonti storiche e letterarie. Erodiate, a sua volta viene affiancata a Diana in quanto, secondo una leggenda medievale, la figlia di Erode (chiamata col nome della madre Erodiate, invece che con il proprio, Salomè) era stata condannata a vagare in compagnia dello spirito maligno in quanto, secondo il racconto evangelico, aveva chiesto ad Erode la testa di Giovanni Battista, dopo essere stata istigata dalla madre, donna ambiziosa e dissoluta. Sempre secondo la leggenda, il culto a lei offerto mitigava la sua pena. Queste dee dell’ombra, che volavano in silenzio nella notte, benché proscritte dalla Chiesa come tutte divinità pagane, erano però considerate come esseri buoni, da avvicinarsi come le Fate o alle Elbe tedesche, e le loro seguaci, agli occhi della Chiesa medievale, erano soltanto vittime di illusioni diaboliche, lontane da qualsiasi patto con il diavolo che potesse giustificare una severa persecuzione. Il carattere sostanzialmente benefico della “Società di Diana” andò offuscandosi a partire dal XII° secolo, quando la credenza nelle streghe malefiche, dedite esclusivamente ad atti criminali che danneggiavano uomini e beni materiali, come vuole la tradizione classica, si sovrappone a quella delle seguaci di Diana. Saranno i demonologi del XV° secolo, per lo più teologi e inquisitori domenicani, ad imprimere un’inversione di rotta a quell’atteggiamento fino ad ora assunto dalla Chiesa: essi si adopereranno a dimostrare la reale presenza diabolica nell’antico rito e la consapevole complicità delle donne che vi partecipano. Le loro sofisticate trattazioni affondano le radici nella lotta intrapresa dalla Chiesa contro la magia, distinta nel 1398 in naturale ed eretica, e contro l’eresia catara. Fondamentalmente questo processo di demonizzazione fu la dimostrazione della realtà del volo notturno, infatti, se le streghe si fossero realmente recate in volo ai raduni, allora anche il sabba, il patto con il diavolo, i malefici ed ogni turpitudine avrebbero acquistato consistenza. Ecco perché il Canon Episcopi è un punto di riferimento importante per i “difensori” delle streghe, esso rappresenta l’autorevole dimostrazione dell’illusorietà delle confessioni; per i “cacciatori” di streghe, invece, l’autorità del Canon non contraddice la moderna interpretazione della stregoneria, fenomeno da essi ritenuto del tutto diverso da quello menzionato dall’antico documento canonico, anche se in esso affonda le sue radici. Un abile gioco di sponda, quelli dei demonologi, sorretto da arditi sofismi che ebbero una grande e tragica incidenza nella storia.

Dal Canon Episcopi…

“…i vescovi e i loro ministri vedano di applicarsi con tutte le loro energie per sradicare interamente dalle proprie parrocchie la pratica perniciosa della divinazione e della magia, che furono inventate dal diavolo; e se trovano uomini o donne che indulgono a tal genere di crimini, devono bandirli dalle loro parrocchie, perché gente ignobile e malfamata. Dice infatti l’apostolo <Dopo la prima e la seconda ammonizione evita l’eretico, sapendo che è fuori dalla retta via chi si comporta il tale modo >.E sono fuori dalla retta via e prigionieri del diavolo coloro che abbandonano il loro Creatore per cercare aiuto nel Diavolo; e perciò occorre purificare la Santa Chiesa da un tale flagello. Né bisogna dimenticare che certe donne depravate, le quali si sono volte a Satana e si sono lasciate sviare da illusioni e seduzioni diaboliche, credono e affermano di cavalcare la notte certune bestie al seguito di Diana, dea dei pagani, e di una moltitudine di donne; di attraversare larghi spazi di terre grazie al silenzio della notte e ubbidire ai suoi ordini e di essere chiamate alcune notti al suo servizio.
Ma volesse il cielo che soltanto loro fossero perite nella loro falsa credenza e non avessero trascinato parecchi altri nella perdizione dell’anima. Moltissimi, infatti, si sono lasciati illudere da questi inganni e credono che tutto ciò sia vero, e in tal modo si allontanano dalla vera fede e cadono nell’errore dei pagani, credendo che vi siano altri dèi o divinità oltre all’unico Dio. Perciò, nelle chiese a loro assegnate, i preti devono predicare con grande diligenza al popolo di dio affinché si sappia che queste cose sono completamente  false e che tali fantasie sono evocate nella mente dei fedeli non dallo spirito divino ma dallo spirito malvagio. Infatti, quando Satana, trasformandosi in angelo della luce prende possesso della mente di ognuna di queste donnicciole e le sottomette a sé a causa della loro infedeltà ed incredulità, subito egli assume sembianze di diverse persone e durante le ore del sonno inganna la mente di chi tiene prigioniera, alternando visioni liete a visioni tristi; e benché la donna sperimenti tutto ciò solo nello spirito, ella crede che avvenga non nella mente ma nel corpo. Tutti devono essere informati pubblicamente che chiunque crede a queste e simili cose, perde la fede, e chiunque non ha vera fede appartiene non già a Dio ma a colui nel quale crede, vale a dire al Diavolo. E’ scritto infatti di nostro Signore < Tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui >.
Perciò, chiunque crede possibile che una creatura cambi in meglio o in peggio, o assuma sembianze o aspetti diversi per opera di qualcuno che non sia il Creatore stesso che ha fatto tutte le cose per mezzi del quale sono state fatte, è indubbiamente un infedele, e peggiore di un pagano…”


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