INDEX LIBRORUM
PROHIBITORUM
La
prima edizione ufficiale dell’Index librorum prohibitorum venne
pubblicata nel 1559 dalla Santa Congregazione dell’Inquisizione Romana,
sotto Paolo IV, un Papa ricordato nella storia come sanguinario. La
stesura della prima edizione viene comunque attribuita a Giovanni Della
Porta autore del celebre Galateo che, nominato vescovo di Benevento, inizia
le attività inquisitoriali. Successive
disposizioni vennero rese pubbliche nel 1563 da Pio IV e da Pio V.
Nel 1908 Pio X decretò che la congregazione incaricata di mantenere la
purezza della fede cattolica assumesse il nome di "Sant’Uffizio" per
abbandonare definitivamente quello di "inquisizione".l'ultima edizione dell'Iindice risale al 1948
per volere di Pio XII. Dal 1966, secondo la volontà di Paolo VI e le
indicazioni del Concilio Vaticano II, l'Indice non è più operante e
come legge, avente valore di norma, è destituita di ogni effetto.
L'Index librorum
prohibitorum altro non era che una lista che comprendeva una serie di
nomi di autori, titoli di libri, l'elenco delle edizioni proibite della
Bibbia e una nota di editori colpevoli di aver pubblicato libri eretici.
In questa lista
comparivano:
Balzac, Berkeley,
Cartesio, D’Alembert, Darwin, Defoe, Diderot, Dumas (padre e figlio),
Flaubert, Heine, Hobbes, Hugo, Hume, Kant, Lessing, Locke, Malebranche,
Stuart Mill, Montaigne, Montesquieu, Pascal, Proudhon, Rousseau, George
Sand, Spinoza, Stendhal, Sterne, Voltaire, Zola. E tra gli italiani
Aretino, Beccaria, Bruno, Benedetto Croce, D’Annunzio, Fogazzaro,
Foscolo, Gentile, Giannone, Gioberti, Guicciardini, Leopardi, Marini,
Minghetti, Monti, Ada Negri, Rosmini, Sacchetti, Sarpi, Savonarola,
Settembrini, Tommaseo, Pietro Verri e anche il Teatro comico
fiorentino; inoltre era all’Indice qualsiasi volume non autorizzato che
trattasse di storia della massoneria o dell’Inquisizione e le versioni
non cattoliche del Nuovo Testamento.
Nel decennio successivo furono aggiunti tra gli altri:
Simone de Beauvoir,
Gide, Sartre e Moravia, il Decameron di
Giovanni
Boccaccio, Il Principe
di Niccolò Machiavelli e Il Novellino
di Masuccio
Salernitano.
Praticamente "segava via" più di metà cultura umana. Per fortuna nostra è stato soppresso.
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