Arnaldo da Villanova
Quasi
alla fine del Cinquecento torna in auge Arnaldo da Villanova, eminente
studioso medievale le cui opere evidentemente hanno ancora un profondo
fascino, malgrado la scienza sperimentale ormai si avvii a scardinare
le vecchie concezioni mediche e naturali descrittive alle quali sembra
appartenere il Tractatus. Il quale non è che un una summa delle opere
scritte dal grande pensatore medievale, da quelle più piccole scritte
in forma epistolare al re aragonese a quelle più sostanziose dove
vengono illustrati i concetti relativi alla medicina secondo i canoni
in auge nell'ambito della Scuola salernitana.
L'opera comincia con l'esposizione delle visioni che si hanno nei sogni
e con il trattatello contro i malefici. Segue il Thesaurus
thesaurorum in 32 capitoli che
praticamente è un trattato di alchimia in cui si parla, tra l'altro, di
pitra filosofale e del suo processo di estrazione, argomento questo che
sembra aver avuto un certo fascino anche in tempi non sospetti a
giudicare dalle chiose aggiunte brevi mano a latere.
Il Novum lumen riprende
l'argomento in 9 capitoli.
Vi si trovano poi i Sigilla, trattatello di
astrologia medica, uno per ogni segno con tutte le proprietà che ne
derivano, un'epistola sulle perle, un'altra sull'alchimia, poi il De
iudiciis infirmitatum, un trattato di astrologia in 11
capitoli, la Cathena aurea e il Testamentum.
Segue
poi il corposo Pratica Aurea Medicinalis, ovvero il
De Regimen sanitatis, in 46 capitoli, un trattato di medicina,
fisiologia e dietetica in cui si illustrano tutte le parti del corpo
con le norme per mantenerle in salute. In questo libro, capitoli 12-16,
si parla di legumi, frutti, erbe e verdure, radici e funghi. Altri contributi riportati, a seguire, sono
il De conservatione sanitatis, il De
conservatione iuventutis et retardatione secectutis, Medicines
regales sive Descriptiones receptum, De regimen
castra sequentium e quindi il Commentum in Regimen
Salernitanum, un trattatello critico delle prescrizioni del Regimen
salernitanum. Alla fine di questo libro si legge: "Hoc opus potatur quod flos medicinae vocatur.
Explicit reginmen sanitatis, compositum a D. Arnaldo Villanovano,
omnium medicorum viventium gemma.
Altri contributi sono il De parte
operativa, De phlebotomia, De cautelis medicorum, le Medicationi
parabolae (20 aforismi per il medico), e poi la Doctrina secunda (41
aforismi), la Doctrina tertia e quarta, le Regulae curationis e le
Regulae generales, la Doctrina aphorismorum e le Tabulae. La
seconda parte del Tractatus è interamente dedicata alla trascrizione
della Praxis medicinalis, in vari libri, un trattato vero e proprio di medicina e
di tossicologia ( un capitolo sotanzioso è dedicato ai veleni ). Manca al Tractatus il carattere di
revisione critica, dal momento che si presenta semplicemente come una
riedizione delle opere arnaldiane: sotto
questo punto di vista però, data la
sua completezza, non fa che rimettere in luce il pensiero del filosofo
medievale nella sua globalità. Anche lui cadde sotto la mannaia
inquisitoria che vietò la lettura dei suoi scritti considerandoli
eretici.
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