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Secondo
la tradizione, come si legge nella Bibbia e in altri testi molto più
antichi, è per mezzo della
parola, il Verbo, che tutto fu creato ( espressione più o meno
simbolica ) se pensiamo che persino in forma minore quando si esegue un
rituale è attraverso la vibrazione che scaturisce dalle formule che
pronunciamo che "forziamo" la realtà malleabile a cambiare, a
trasformarsi o persino si va a creare qualcosa che ancora non esiste. I
Sumeri affermavano
a tale scopo che tutte le cose senza nome in realtà non non esistono su
questo piano di esistenza.
Ogni parola pronunciata
crea quindi una vibrazione, un vortice che attrae o respinge proprio
come avviene nell'Universo che ci circonta. Altra legge fisica
applicata alla Magia. In fondo la Magia è essa stessa fisica e chimica
sublimata. Se ci svincoliamo da queste regole nessun rituale può mai
avere risultati concreti mentre, se re restiamo al loro interno e le
applichiamo con volontà, tutto diviene possibile.
La parola è il
veicolo della volontà e del pensiero che si materializza nella materia
e il nome di qualsiasi cosa è la cosa stessa. ( Antichi postulati Esoterici ). La
scrittura è poi il segreto per "ingabbiare" le vibrazioni e portarle sul nostro materiale piano di esistenza. Nel Picatrix, una raccolta ispano-araba, redatta in latino che ebbe
diffusione a cominciare dalla fine del XIII secolo e che comprendente
nozioni di astrologia, formule magiche e testi di alchimia sulle
operazioni di tracciamento dei sigilli e la loro relazione coi pianeti,
si legge: "...li
mettono in condizione di produrre effetti corrispondenti alla loro
natura particolare, i disegni di chi prepara i talismani vengono
realizzati quando i pianeti si trovano sopra di lui, al fine di
conseguire effetti certi e, attraverso l’accurata combinazione di
determinate cose segrete a lui note, di ottenere ciò che desidera" . Tutto
è numero-parola-suono vibrante e mentre con la scrittura si rende oggettiva e
visibile la forza del pensiero, con la parola espressa ad alta voce o
semplicemente sussurrata, la si rende fluida e vibrante, potente come una
freccia scagliata lontano; più lontano a seconda della volontà che viene
impiegata.
"
...l’alfabeto è insieme l’origine del linguaggio e l’origine
dell’essere"
(G.
Scholem)
Un segno tracciato in un certo modo o certi suoni dal potere
occulto, parole sacre, formule o Mantra, possono avere una forza incredibile o
tremenda. Per questo motivo Scholem afferma:
"Il Mantra è una
potenza che si presta incondizionatamente a qualsiasi uso".
Paole, lettere, frasi intere vengono usate tracciando talismani, ma non
solo. Anche i numeri, che sono un tutt'uno con
le lettere, trovano la loro collocazione magica nella stesura dei
talismani. Prendiamo ad
esempio i quadrati magici che sono simboli dell’ordine universale. Enrico
Cornelio Agrippa nella sua "Filosofia occulta" ci parla così dei
quadrati fatti da numeri che producono grandi meraviglie:
"tavole sacre dei pianeti e dotate di grandi virtù, poiché
rappresentano la ragione divina, o forma dei numeri celesti... secondo
la proporzione delle immagini delle intelligenze superiori, non
altrimenti riproducibili che coi numeri e i caratteri". Sono
potenti ricettacoli di sottili forze che conferiscono loro particolari
poteri.
Del quadrato magico del Sole, ad esempio, la cui addizione dei
numeri di ciascuna fila dà come totale sempre 111 e la somma totale di
ogni numero-lettera è uguale a 636, (scrive ancora l’Agrippa) "Questa
tavola piena di numeri presenta, dei nomi di Dio, sia l’intelligenza
mirante al bene, sia il demone del male". Non
è cosa, questa, facilmente comprensibile ed ecco perché occorre celare
questi segreti meravigliosi al volgo, come scritto nei codici del
Picatrix: "quia non intellexerunt istas mirabiles puritates
celatas...". (Non compresero queste meravigliose energie celate).
Questo carattere magico-sacrale delle lettere-numeri, riveste
importanza primaria nell’arte magica e nell'arte talismanica. "Nell’arte
talismanica non è sufficiente scegliere un ‘supporto’ astrologico o
simbolico adeguato, un’invocazione e i nomi dei geni magicamente
potenti, è necessario inoltre – ed è soprattutto necessario – che
queste invocazioni, questi nomi sacri e questi appellativi siano
scritti o incisi secondo un alfabeto magico" (Jean Marquès-Rivière,
Amulettes, talismans et pantacles, Paris 1972).
Nel "Libro
della Potenza", secondo taluni, fonte principale del più conosciuto "La
Magia Sacra di Abramelin il mago", antico manoscritto risalente alla
fine del XVII secolo e conservato alla Bibliothéque de l'Arsenal di
Parigi, è scritto che il mago, dopo aver ben tutto preparato, inizia il
rituale "a voce alta, perché il genio possa udirlo... e si usano
anche i numeri delle parole...".
"...
e i gesti rituali, non ispirati dalla conoscenza vera, sono movenze
vuote; i simboli, i diagrammi, le figure non convogliano alcuna forza
occulta: sono soltanto segni… il cui significato è oscuro" Jorg
Sabellicus.
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