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Quando
si esegue un rituale dobbiamo essere sempre sicuri di ciò che
si vuole ottenere e, una volta attirato il beneficio, non è corretto
avere ripensamenti tardivi. Quando però non si vuole più ciò che
abbiamo ottenuto è possibile tentare di cancellare
tutto quanto è stato fatto usando il presente rito di abiura. Si
può applicare anche per sfare un lavoro fatto da altri ma
intervenire su un lavoro fatto da noi è molto più facile anche se a
volte
può capitare che la cosa ottenuta muti di aspetto ma non venga
cancellata del tutto. Ci si deve munire di un numero dispari
di candele nere, e in principio ne verranno usate 3
e poi, se il rito da cancellare continua a marciare speditamente
contro la nostra attuale volontà, si deve ripetere l'Abiura, aumentando
sia il
numero delle candele che delle operazioni sino ad arrivare alla
rimozione totale di quanto richiamato e ottenuto. Si prepari una
mistura di queste 7 erbe:
ARTEMISIA -
ASSENZIO -
CHIODI DI GAROFANO -
CICORIA -
CURRY -
GIGLIO - SALVIA. Questa
mistura di erbe disseccate e ridotte finemente in polvere con l'uso di
un mortaio a mano, quello per il pesto per capirci ( seguire fedelmente
la tradizione e non prendere scorciatoie mettendo mano ad un tritatutto
da cucina ) si andrà a comporre l'incenso da
far fumigare in modo abbondante.
Le candele andranno "vestite" con
dell'olio di oliva. Le 3 candele andranno
disposte a triangolo e su quella che corrisponde al vertice del
triangolo incidere sulla cera ( usando un rametto di rosmarino secco )
il nostro intendimento indicando anche il motivo del rito fatto in
precedenza che
vogliamo spezzare.
Sulla
candela incidere la seguente frase in latino:
"ABIURA! Ego rinnego OPUS FACTUM
FIAT VOLUNTAS MEA, CONSUMMATUM EST!
La stessa formula che abbiamo inciso
sulla candela va scritta anche su di
un pezzetto di pergamena. Si inizia il rito battendo 3 volte il piede
destro a terra e poi si accendano le candele partendo da quella in alto
con il desiderio inciso e poi quella alla sua destra e in fine quella a
sinistra. Si prosegue col
fumigare sulle candele accese e poi si prende il pezzetto di
pergamena e lo legge 3 volte ad alta voce usando volontà e un tono
perentorio.
Fatto
questo si prende di nuovo la penna ad inchiostro nero con la quale
abbiamo scritto sulla pergamena e si traccia al di sopra dello scritto
una stella a 5 punte (
pentagramma ) e si contorna il tutto
per 3 volte consecutive con un cerchio fatto con un tratto
unico senza staccare la punta della penna. 3 volte a destra e 3 volte a
sinistra. Alla fine risulterà un intreccio di linee che nasconderanno
parzialmente
lo scritto sottostante. Così deve essere e non certo un bel lavoro. La
pergamena così
ultimata la dobbiamo bruciare alla fiamma della candela al vertice del
triangolo
e si lascia a consumare
nell'incensiere. Le
candele si dovranno estinguere da sole e completamente. Mai spegnerle e
tantomeno con il soffio. I resti
del rito ( cenere e mozziconi di cera ) andranno sotterrati prima che
sia possibile. Non è mai facile spezzare un rito che è partito bene e
che è arrivato ancora meglio... e quindi può
servire ripetere l'Abiura sino
a che esso in qualche modo non giunge a spezzarsi. A volte capita che i
benefici
rallentino ad arrivare o che il rito precedentemente fatto e che
vogliamo cancellare cambi direzione ma non
accenni totalmente a svanire. Si
dovrà quindi insistere con il rito di Abiura per raggiunge dei
risultati
accettabili.
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